Vi ricordate la canzone Minuetto? Nella versione cantata dalla strepitosa Mia Martini?
È un’incognita ogni sera mia
Un’attesa pari a un’agonia
Troppe volte vorrei dirti no
E poi ti vedo e tanta forza non ce l’ho…
E vieni a casa mia, quando vuoi, nelle notti più che mai
Dormi qui, te ne vai, sono sempre fatti tuoi…
E cresce sempre più la solitudine
Nei grandi vuoti che mi lasci tu…
Ho riportato alcuni versi della canzone che più mi fanno pensare ad una relazione tra un narcisista e una dipendente affettiva.
Minuetto ci mette in contatto con la sofferenza struggente che può provare una persona che, innamorata di un’altra, si trova a sperimentare una costante presenza-assenza, grandi momenti di estasi affettiva, passionale, e poi senza nessun preavviso il vuoto assoluto. Vi è mai capitato?
Oggi sempre più frequentemente ci si trova coinvolti in questa tipologia di relazioni e con maggior frequenza sentiamo parlare di narcisismo e dipendenza affettiva.
All’inizio, la relazione con il partner narcisista è superlativa.
Lui sembra affascinante, galante, gran corteggiatore, molto presente, attento ai dettagli, con la frase sempre giusta detta impeccabilmente al momento giusto.
Ha un aspetto molto curato e a letto è capace di far vivere notti passionali senza uguali.
L’idillio iniziale, dura però, un tempo limitato, poi qualcosa improvvisamente cambia, gettando il/la partner in un’angoscia profonda, determinata dal vuoto tremendo, che è impossibile da colmare dopo le cose meravigliose accadute non molto tempo prima.
Improvvisamente, magari dopo una serata fantastica , lo/la chiami e non risponde, non richiama e quando si rifà vivo/a è glaciale e telegrafico/a nelle risposte.
Inizia così una un’altalena di silenzi prolungati e brevi apparizioni prive di affetto, che, man mano che si va avanti, diventano accompagnate da feroci critiche e svalutazioni.
Dall’altra parte il/la partner, totalmente smarrito/a, non capisce cosa ha scatenato quelle reazioni.
Ed è così che inizia una spirale di dipendenza affettiva e bisogno di far di tutto per riconquistare il partner perduto, fino alla disperazione e autodistruzione.
Nell’ambito delle dipendenze relazionali, con l’espressione narcisista perverso, non si intende propriamente una patologia della personalità, ma una modalità di costruire rapporti sentimentali all’insegna del controllo del partner e del disimpegno dal rapporto( Secci,2014).
L’ obiettivo del narcisista perverso è quello di alimentare la sicurezza di sé, noncurante dell’altro. Egli infatti non ha empatia e pertanto non comprendendo le richieste di investimento affettivo che l’altro fa, le reputa inopportune e reagisce con fastidio, allontanamento e nella peggiore delle circostanze con violenza.
Chi persevera nella relazione con un/una narcisista, deve prendere consapevolezza del fatto che non ci sarà nessuna possibilità di cambiamento nella relazione e che continuando, tutto ciò che fa è autodistruggersi.
Qualsiasi cosa il/la partner del narcisista, ormai nella morsa della dipendenza affettiva, faccia per compiacerlo/la sarà inutile, perché con certezza non apprezzerà nulla, anzi ad ogni tentativo diventerà sempre più feroce nelle critiche.
Tutta la bella e impeccabile apparenza, mostrata all’inizio della relazione, in realtà nasconde un soggetto vuoto, mediocre e ossessionato da sè e dall’idea di piacere agli altri.
Tutta quella apparenza di perfezione, infatti, non esiste.
Il vuoto emotivo che lui/lei sperimenta è qualcosa di insopportabile e quindi fa di tutto per non sentirlo, ad esempio nutrendosi attraverso l’annientamento psicologico del/la partner, per trarne gratificazione, nel vano tentativo di sfuggire all’angoscia del vuoto e tutelarsi da cadute depressive o psicotiche (Secci,2014).
In tutto questo meccanismo che tenta di controllare è ossessionato da se stesso e non pensa minimamente al disastro che crea intorno.
Chi resta incastrato nella morsa del narcisista si trova a dover fare i conti con una comunicazione e atteggiamenti ambigui.
Il/la narcisista infatti, manda continuamente messaggi ambivalenti, una sorta di bastone e carota ma con una modalità molto più spietata.
In questo modo la vittima si perde in un gioco manipolativo e perverso in cui si butta a capofitto lasciandosene travolgere. Inizia così ad annullarsi, coltivando l’idea che basterà cambiare e fare tutto ciò che desidera il/la partner per conquistarlo/a e non perderlo mai più.
Ma non andrà assolutamente così, purtroppo.
La dipendenza affettiva viene alimentata da aspettative distorte e convinzioni senza alcun fondamento circa la relazione. Questo schema non ha per forza radici nel passato del/della dispendente affettiva ma può instaurarsi anche all’interno di quella specifica relazione.
Chi si trova coinvolto nella relazione con un/una narcisista si sottomette alle pretese e alle manipolazioni e idealizza l’amato/a arrivando a svalutare completamente se stesso/a e investendo ogni energia nel compiacere e gratificare l’altro.
Ciò che nutre la dipendenza affettiva è la necessità da parte della vittima di capire cosa non ha funzionato, dove ha sbagliato e nella non accettazione che qualunque cosa farà sarà inutile.
Tre cose da evitare :
- Mettere il/la narcisista davanti al suo egoismo e responsabilità perché non servirebbe a nulla se non a subire l’ennesima svalutazione/aggressione.
- Chiedere chiarimenti, perché porterebbero solo ad ulteriori bugie e manipolazioni.
- Mantenere la comunicazione aperta con il/la narcisista. Chiudere tutte le porte in maniera categorica è l’unico modo per superare la sensazione di mancanza e per non alimentare il circolo vizioso della dipendenza(Secci,2014)
Dr.ssa Valentina Romeo
psicologa psicoterapeuta
www.obiettivobenessere.org
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