Se l’adolescenza non è in assoluto il periodo dello sviluppo in cui il cibo è maggiormente importante, di certo durante quest’età esso diventa oggetto di particolare attenzione assumendo una gran varietà e complessità di significati talvolta contradditori.
La maggiore autonomia dalla famiglia ed il generale processo di revisione delle abitudini trasmesse dai genitori conducono il ragazzo sia a mangiare di più fuori casa che a mettere in discussione gli stili alimentari casalinghi, mentre la ricerca di modalità di comportamento e di atteggiamenti personali, tipica dell’età dell’adolescenziale, porta a sperimentare nuovi modi di agire in campo alimentare. Allo stesso tempo il corpo diventa oggetto di maggiori attenzioni, che talvolta possono apparire esagerate agli occhi degli adulti. Durante la preadolescenza e l’adolescenza si realizza, infatti, una ristrutturazione dell’identità corporea, in relazione ai rapidi e molteplici cambiamenti somatici legati allo sviluppo sessuale. In questo processo il cibo acquista particolare rilevanza, poiché esso è un mezzo per intervenire sul proprio aspetto fisico, per renderlo più accettabile e più desiderabile. Nella nostra cultura la positività dell’immagine fisica è data soprattutto dalla magrezza, che da qualità fisica è diventata virtù morale. Sono in particolare le ragazze ad essere sensibili a questi messaggi, sia perché la desiderabilità e l’attrattiva sono componenti importanti dell’autostima e del successo sociale, sia per la mancanza di ruoli sociali chiaramente definiti, sia per la maggiore frammentarietà ed ambiguità nella costruzione dell’identità (Palmonari, 1997).
I risultati confermano che per l’educazione alimentare, così come per ogni altra forma di educazione sanitaria e di prevenzione del disagio, gli interventi che si limitano ad informare gli adolescenti su quali sono i comportamenti salutari e quali quelli dannosi non sono sufficienti. La maggioranza degli adolescenti sa che cosa è bene fare ( ad esempio non saltare la colazione al mattino) e cerca anche di avere una corretta alimentazione, sia in senso qualitativo che quantitativo. Ma questa attenzione significativamente maggiore nelle ragazze, non garantisce circa la salubrità dei comportamenti alimentari anzi può essere la spia di una esagerata preoccupazione ed insoddisfazione per il proprio corpo. E’ perciò necessario, per l’alimentazione così come per tutti i comportamenti a rischio, tenere presente che essi non possono essere compresi e prevenuti se non vengono considerati alle luce delle dinamiche dello sviluppo psicologico e sociale caratteristiche di questo periodo.
Dott.ssa Marcella Cammalleri
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