Tanto agognate e percepite come lontanissime, eccole finalmente fra noi e per noi: ogni tanto capita il lusso di vivere delle amate giornate in cui dire “Stop” e riposarsi dal lavoro, dagli impegni; dei giorni di tregua che durante l’anno si aspettano e si centellinano!
Sia che siano delle pause racchiuse e concentrate in pochi giorni di tempo libero, sia che possano essere prolungate in un tempo più ampio, è importante, da un punto di vista psicologico, che esse siano vissute davvero come un tempo “vuoto”, inteso nell’accezione più positiva che si possa dare a questo aggettivo.
Poniamo una domanda a noi stessi: in questi casi abbiamo mai davvero messo in conto di “svuotare” i nostri giorni liberi dalle parole “impegno”, “appuntamenti improrogabili”, “telefonate di lavoro”, “mail”, “programma” serrato di tutto ciò che si vuole fare dalla mattina alla sera?
A volte infatti, per la frenesia di voler svolgere ad ogni costo tutte le attività possibili e condivisibili durante il periodo di pausa dalla routine lavorativa, si rischia di riempire a dismisura quell’adorabile tempo vuoto che abbiamo tanto atteso e meritato. E’ vero: per vivere delle belle vacanze è necessario anche pensare ad un minimo di organizzazione, tuttavia sarebbe salutare per il nostro benessere ed il nostro umore, rendere questa agenda più morbida e variabile assecondando il qui ed ora dei nostri bisogni e desideri.
Mi spiego meglio con un esempio: mettiamo il caso di aver deciso di trascorrere una mattinata al lago o al mare e di occupare invece il pomeriggio visitando una città nuova o con una passeggiata in collina. Potrebbe accadere che la permanenza al lago sia in quel giorno particolarmente piacevole, che siamo rapiti dalla bellezza di quella distesa azzurra e da un leggero venticello che ci accarezza rendendo più tiepido il sole che ci riscalda..tanto che improvvisamente cambiamo idea e vorremmo rimanere in quello stato di pace e benessere fino al tramonto. Che fareste? Bene, è proprio in momenti simili a questo che dovremmo ricordarci che stiamo vivendo un tempo “vuoto” nel quale ci è concesso di cambiare programmi e di ascoltare più profondamente i nostri bisogni. Potremmo così scoprire quanto ci si senta “bene” ad ascoltare se stessi anche nei piccoli episodi del quotidiano.
E se siamo sempre in città o nel nostro paese? Il discorso non cambia: anche se siamo nella nostra casa e nei luoghi soliti di vita quotidiana, il nostro tempo vuoto può diventare prezioso e sorprendente: chissà quante volte avremmo voluto dedicare una sola mezz’ora alla cura di noi stessi magari alla nostra bellezza, oppure avremmo voluto sederci comodamente in poltrona e concederci il lusso di vedere quel vecchio film che ci emoziona ogni volta, o ancora avremmo voluto avere il tempo di affacciarci al balcone semplicemente per osservare oziosamente cosa accade fuori,fare quattro passi fra le viuzze del nostro paese o del nostro quartiere con una calma che non ci appartiene di solito, o ancora che bello aprire e riaprire quell’album di fotografie o leggere quel libro che ci fa sognare. E’ questo il momento di farlo! Il nostro tempo “vuoto” ovunque ci si trovi e a prescindere da quanto duri, potrà essere il nostro meritato premio di benessere dopo gli affanni di settimane e mesi di impegni e adempienze!
Dott.ssa Manuela Lippolis
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